Milano 9/7/2022

Nella conversazione avuta qualche giorno fa con Filippo Avalle in merito alla finalità della mia opera plurima Tramontanti , avevo descritto una , la primaria, possibilità di esporre le parti in un luogo che desse la facoltà di una visione separata delle incisioni e successivamente di poterle vedere clonate in stretta vicinanza . Il visitatore si sarebbe trovato di fronte all’insieme delle incisioni circolari dopo avere incontrato lungo un cammino ipotetico le loro copie in luoghi separati.

Ogni Tramontante differisce dagli altri per alcune differenze che possono essere attenuate se non confuse dalla visione separata e esaltate nell’ottica d’insieme. Così il tenue cromatismo che scorre lungo i solchi delle linee del disegno inciso, per effetto del contrasto simultaneo, dà forma ai “Caratteri” inespressi nella loro solitudine monadica. Le altezze inoltre come in un parallasse orizzontale evidenziano le differenze e le raffigurazioni, simili ma diverse, acquistano voce come in un coro.

Quest’opera pensata e realizzata all’inizio del secolo, nella sua disarmante semplicità, si era dimostrata capace di reggere impieghi differenti dalle normali installazioni concepite per uno spazio specifico in un tempo irripetibile perché il rapporto singolo/insieme poteva essere sperimentato ovunque. Tra i luoghi possibili avevo pensato/sognato una costruzione scoperchiata simile ad una cattedrale in un bosco (di ciascuno?) dove le colonne rimaste senza copertura richiamavano la presenza di alberi e tra questi i Tramontanti separati e insieme replicati nel fondo absidale.

Ognuno inoltre , autonomo o dipendente, oscilla, vacilla, fluttua sul suo stelo ad un soffio d’aria o spinta che lo investe con un leggero movimento che va ad esaurirsi.