Maurizio Aprea
Ultimo boccone
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Maurizio Aprea
Ultimo boccone
Nel cartone preparatorio è narrata la grande crisi che, scoppiata negli Sati Uniti agli albori del 2007, ha determinato gravissime ripercussioni economiche e sociali in tutto il mondo.
Nella rappresentazione è stato usato un registro prevalentemente figurativo per ampliare la riconoscibilità e la condivisione dei temi descritti.
Gli edifici che si ammassano a creare un fondale prospetticamente incongruo per punto di vista e dimensione sono banche, realizzate con la tecnica dell’emopittura. Tra lo spettatore e il fondo un personaggio, la controparte, nell’atto di giocare una partita. Alla sua destra è posto un palazzo (BCE) in equilibrio precario o già in caduta. Alla sua sinistra fotogramma dell’attentato di Dallas del 1963. Il frammento di filo spinato, in alto, è il frammento del cancello di Auschwitz, Arbeit macht frei.
Su un terreno-muro planimetrie di case si fondono in una immagine, una icona, che deriva da un fotogramma della ripresa dell’assassinio di J.F. Kennedy del 1963. Prescindendo dalle innumerevoli teorie complottiste, sicuramente il giovane presidente della “Nuova Frontiera”, molto popolare e amato, era diventato altrettanto scomodo per i poteri forti e occulti della massima potenza mondiale.
Della foto dell’opera è stata pubblicata anche una immagine negativa che, per effetto cromatico, appare “positiva” e vitale.
Con questa trasposizione si vuole sottolineare la “reale” negatività rappresentata nell’originale.
Emopittura – Cerotemografia
2013
Multitecnica su tavola
cm 160×240